tag:blogger.com,1999:blog-62785234408592184432024-02-18T19:29:00.179-08:00Dott.ssa Cristina CongedoPsicologa - Psicoterapeuta e Psicodiagnosta. Attività di libera professione in Studio. Il servizio è diretto ad adulti che soffrono di un particolare "disagio" e che hanno necessità di esplorarsi o di ricevere un sostegno.Attività di formazione a gruppi e organizzazioni. Psicoterapeuta presso la "Comunità Terapeutica Sisifo".Istruttore "Mindfulness Based Stress Reduction" (MBSR).
Terapeuta 2 livello EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e membro dell' Associazione EMDR Italia. Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comBlogger48125tag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-31919402697293619932020-05-05T02:31:00.000-07:002020-05-05T02:31:01.125-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmXs0D9z6gZd5DJeTl8de6_rk516oSiNeKp7S2mmC6UGEnQB0B8y-49NDzQiKYgGNSbw1EGxZ6nytpfmX4qDEgn2wspBY4D3XK1q7-4A90lHp-zBWYyfFX5yOK0wkQvGYOBRETKrlug60/s1600/20200505_111346.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmXs0D9z6gZd5DJeTl8de6_rk516oSiNeKp7S2mmC6UGEnQB0B8y-49NDzQiKYgGNSbw1EGxZ6nytpfmX4qDEgn2wspBY4D3XK1q7-4A90lHp-zBWYyfFX5yOK0wkQvGYOBRETKrlug60/s320/20200505_111346.jpg" width="240" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCGEKdK30qXWchDYqOhwYL4lU03gxtAkNqeLS5N6xQ1X4g3uZjmw5s02TeynEvfbAMtLpTNKHMj-5pXCDF525Kr2FP5oj-joV7UgNuL4qK1B-LsOFjpsapQA_Ug_CnYTNr_wSTF93Uuww/s1600/20200505_111355.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCGEKdK30qXWchDYqOhwYL4lU03gxtAkNqeLS5N6xQ1X4g3uZjmw5s02TeynEvfbAMtLpTNKHMj-5pXCDF525Kr2FP5oj-joV7UgNuL4qK1B-LsOFjpsapQA_Ug_CnYTNr_wSTF93Uuww/s320/20200505_111355.jpg" width="240" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-mYOD6oqouuVEnGYnqd_EIJZYzMkTBTtFjFjJVifdWM1tfqum76GJm8LK1KoaMaNKAt5vBjWpFeHly6AlnO0Jx57Y2RPLbqiFdDVl-B3zf8QwXGhzchyI6blZIt5PPitPF0298s7Xdok/s1600/20200505_111424.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-mYOD6oqouuVEnGYnqd_EIJZYzMkTBTtFjFjJVifdWM1tfqum76GJm8LK1KoaMaNKAt5vBjWpFeHly6AlnO0Jx57Y2RPLbqiFdDVl-B3zf8QwXGhzchyI6blZIt5PPitPF0298s7Xdok/s320/20200505_111424.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
Sulla rivista "Quaderni di Studi" è stato pubblicato un mio articolo scritto insieme alla mia amica e collega Michela Pensavalli e a Tonino Cantelmi. Parliamo di formazione permanente in un cammino vocazionale dove, si possono percepire sintomi di malessere ma, la figura dello psicoterapeuta vocazionale assume un ruolo cruciale nel sostegno. </div>
Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-12235704317009557572020-05-01T10:16:00.002-07:002020-05-05T02:31:53.855-07:00 LA FAVOLA PREFERITA<br />
(Psicoterapia fra arte e scienza - V. Guidano)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLm_6mSUmyvryk0V50JcUyitJtC1FjjoBU42oqNF182RJbtaOavAd-PI5NG2qa_C3ORVCQ5uaSd7_M9SEMfMPPEGBfSfEBasc2WVNit4BdWAtfl-0-_iOnCGNve9oQbLrvVhqN06dnv3Q/s1600/th.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLm_6mSUmyvryk0V50JcUyitJtC1FjjoBU42oqNF182RJbtaOavAd-PI5NG2qa_C3ORVCQ5uaSd7_M9SEMfMPPEGBfSfEBasc2WVNit4BdWAtfl-0-_iOnCGNve9oQbLrvVhqN06dnv3Q/s1600/th.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
Uno degli elementi che mi affascina di Guidano è che, tra le varie indicazioni su come lavorare in terapia sulla storia di sviluppo del paziente, c'è quella di aiutarci con "la favola preferita".</div>
<div style="text-align: center;">
Chi mi conosce sa che ho un debole per le favole e tutto quello che appartiene al fantastico... nonchè subisco il fascino di autori come B. Bettelheim che ha lavorato proprio con le fiabe.</div>
<div style="text-align: center;">
Guidano sostiene che la favola preferita di quando eravamo piccoli, ha un significato specifico per noi. E' un senso speciale che appartiene al nostro modo di leggere la realtà anche nel presente. La favola preferita è quella che... quando siamo bimbi chiediamo che venga letta e riletta ossessivamente perchè è "l'esigenza di regolarità e ripetitività che ama il bambino". La favola preferita "è molto più che un desiderio...è effettivamente la prima concezione filosofica del mondo che ha il bimbo". La favola preferita è "il primo ordine autoreferenziale analogico che dà a loro un senso di stabilità dell'ambiente circostante, del mondo come se lo possono immaginare e, di loro nel mondo".</div>
<div style="text-align: center;">
Quando si lavora con un paziente adulto e si chiedono informazioni sulla favola preferita è proprio come sostiene Guidano. Queste informazioni ci aprono un varco nel passato del paziente e di come avvertiva il mondo attorno a lui.</div>
<div style="text-align: center;">
Il filo tra passato e presente è evidente in questi momenti e la cosa intrigante è che anche noi terapeuti siamo stati bambini. Il mondo dei bimbi è una cosa strabiliante e anche i terapeuti hanno avuto la loro favola preferita e se penso alla mia e, guardo all'immediatezza di questi significati rimango di stucco. Proprio come Guidano.</div>
Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-58021173412925946412020-04-26T10:16:00.000-07:002020-05-05T02:32:55.291-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcBV8csgUTV-h42VTM3UjDhfqaQXGldaTrByNr8FqqOdPrn-f8HbH7vtm3dAO-co20gm5CzqInl2hxuHD74H7_M6mxXfom_jN9LaY8WOd5q4HAK2h06nRmnWPVa2GXo7UDMBjGLxG70v4/s1600/paprika.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="404" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcBV8csgUTV-h42VTM3UjDhfqaQXGldaTrByNr8FqqOdPrn-f8HbH7vtm3dAO-co20gm5CzqInl2hxuHD74H7_M6mxXfom_jN9LaY8WOd5q4HAK2h06nRmnWPVa2GXo7UDMBjGLxG70v4/s320/paprika.jpg" width="215" /></a></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">“PAPRIKA”<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">(2006)<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">(Satoshi Kon)<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Mi è stato consigliato questo film animato da
G. un mio paziente.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Non ne sapevo nulla né del regista, né del fatto
che C. Nolan ne avesse tratto ispirazione per il suo “Inception”. Ringrazio dunque
il mio “preparato” paziente per questa perla affascinate, soprattutto dal punto
di vista psicologico. Di psiche c’è tutto. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">C’è una macchina, un aggeggio strano che permette
ai tecnici terapeuti di immergersi nel profondo onirico delle persone per
curare varie ferite psichiche, ad esempio lo stress post- traumatico. Detta
così sembra una cosa pazzesca, una scoperta incredibilmente utile per chi
soffre di malattie psichiche. Questa macchina, la DC Mini è ancora in fase di
sperimentazione e una certa signorina di nome Paprika decide di usarla anche
fuori dal piano terapeutico. Così veniamo a conoscere Konakawa, un detective
provato dal bisogno di risolvere un caso di omicidio. Il ritmo incalzante ci fa
decollare vorticosamente verso un pericolo imminente perché alcuni prototipi
della DC Mini sono stati rubati per scopi piuttosto loschi. Tracollo totale. Il
mondo si trova di fronte al problema che sono tutti immersi in un sogno
collettivo, talmente vivido e intenso da aver compromesso la psiche di tanti. E’
complesso discernere la realtà dal sogno. E lo spettatore si ritrova in un caos
di ardua interpretazione. Io stessa ho dovuto rivedere alcune scene diverse
volte per coglierne le sfumature. Fatto sta che tutti i sogni si sono fusi in
una gigantesca illusione. Si può solo immaginare la portata di una cosa del
genere.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Una piccola nota sulla colonna sonora. “Parade”
meravigliosa. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Ma entriamo nel vivo. I personaggi sono particolari
e ambivalenti. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Paprika, una ragazza, anzi “la” ragazza che
tutti vorrebbero. Bella, coraggiosa, forte, tenace e ribelle. La sua ammaliante
personalità ha intrigato ogni personaggio che ha incontrato. Ma lei è solo
Caronte. Accompagna tutti ma non appartiene a nessuno. Lei è la guida. O meglio
lo era. Sostiene che “i sogni e internet sono simili, sono luoghi in cui si
esprimono desideri repressi”. E a quanto percepisco io può anche essere vero. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ma nei sogni non ci sono solo desideri ma
anche mostri, paure e sensi di colpa. Lei è il filo conduttore. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">La Dottoressa Chiba psicoterapeuta bloccata in
una dimensione emotiva fredda e distaccata. Lei è intelligente, decisa ma
immobile nel suo stato “difeso”. Appare priva di emozioni, alessitimica. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Poi c’è il nerd, il genio Tokita. Il nerd è
quasi sempre il mio personaggio preferito. Lui incastrato in un corpo adulto
che attraverso un disturbo alimentare tenta di colmare un vuoto affettivo che
non gli ha permesso di evolvere anche nella sfera emotiva. E’ lui che ha
costruito la DC Mini. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Konakawa, il detective fortemente
traumatizzato, vive sentendosi braccato, ingannato. E’ in conflitto con se
stesso. Cerca di elaborare un trauma con l’aiuto di Paprika. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Il direttore è un aiuto a Chiba<u> </u>un anziano
nanetto simpatico e attivo che attraversa diversi ostacoli ma che cerca di fornire
sostegno alla dottoressa.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Il Presidente che ergendosi a “custode dei
sogni” con la scusa di proteggere le persone dalla scienza (che a suo avviso può
creare danni), sceglie di lasciarsi catturare dal male, mascherandosi di buone
intenzioni “in questo mondo crudele, il sogno è l’unica testimonianza di
umanità che ancora ci resta”. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Osanai è un brillante ricercatore e amico
della dottoressa. Tuttavia emerge subito la natura ambivalente e invidiosa. Nel
tempo si allea con il Presidente.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Nel pieno della pellicola si determina con
chiarezza il ruolo del Presidente. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Intanto ci rendiamo conto che quello che
abbiamo percepito è vero. Paprika è la dottoressa. Mentre è inseguita dai
tentacoli del presidente ormai mostro, il brillante ricercatore ha manifestato
la sua vera identità, galoppino del presidente “Edipo è il look che ti si
addice maggiormente” gli dice Paprika mentre sfugge alla cattura. Il Presidente
ci regala il motivo della sua scelta “nei sogni non esistono confini, sarò
libero anche io” esprime mentre la insegue. Ma niente, Paprika viene catturata
da <u>Osana</u>i. Qui appare il dialogo più interessante del film. Si fondono
conscio e inconscio, bene e male, paura, rabbia, amore. Si qui c’è anche un
amore…un amore contaminato e inquinato dalla sete di potere e di controllo. L’amore
di Osanai per Papkrika. Anzi, si dichiara così “Io ti amo per come sei veramente” mentre la “spoglia” della sua <u>maschera</u> più funzionale. La vede
li, nuda. La dottoressa … senza la sua “protezione” indipendente e coraggiosa. In
quell’istante, il Presidente si impossessa del corpo di Osanai e i suoi tentacoli
avvolgono gli arti dell’uomo e della dottoressa. Lei sta per essere strangolata
mentre in atto c’è un complesso conflitto fra il Presidente e Osanai. “Perché non
vuoi obbedirmi…non sei niente senza di me”. Questo conflitto è così metaforico
e intenso da appartenere a tutti noi. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Aveva ragione Paprika, il complesso di
Edipo è forte e ognuno di noi prima o poi si ritrova a gestire la norma, il
divieto e il limite imposto dal “padre”.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Il Presidente è anche il Super-io…quella censura dominante che
interviene sulle pulsioni più profonde, imponendo la regola. Mi fa tenerezza
Osanai. Siamo noi…in conflitto tra le nostre istanze più pulsionali dirette al
piacere e quelle di controllo su di esse. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Ma ecco che in questo duello, dove ci stava
scappando il morto, anzi la morta, arriva lui…il detective. Konakawa ha appena risolto
il caso. Il suo. Eh sì perché era attanagliato dal senso di colpa legato al suo
vecchio amico. Ricordi talmente dolorosi da essere stati rimossi dalla
coscienza. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Ma ora è maturato, ha fatto il suo “passaggio”
ed è pronto a “vedere”. E’ lui che trae in salvo Chiba. Serviva che lui vivesse
questa pienezza. C’era bisogno che passeggiasse nel suo inconscio esplicitato
in un bar che ricorda l’Owerlook Hotel di King. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Nel frattempo… mentre sembra tutto risolto, il
sogno collettivo prende sempre più corpo e assistiamo alla parata di immagini oniriche
che, passeggiano per la città. Chiba si trova a tu per tu con Paprika e le dice “non
fare il passo più lungo della gamba Paprika… tu sei una parte di me” come per
ammonire il suo alter ego impulsivo, il quale ormai ha piena vita ed è
completamente sganciato dalla dottoressa tanto che, risponde “hai mai pensato
che potresti essere tu una parte di me…tu vuoi sempre controllare te stessa e
gli altri”? Questo dialogo è Fight Club. Questa conversazione è troppo “tyleriana”
per non esaltarmi. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Qui la dottoressa “scopre i sentimenti” che prova per Tokita,
per il nostro nerd. Ma sta sperimentando l’amore in generale. E’ preoccupata e
lo vuole salvare perché lo vede incastrato in un sogno... come tante persone del
resto. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Ecco che la dottoressa algida si è sbloccata. Non ha più bisogno di
Paprika, la affronta verbalmente e se ne allontana. Ora è lei contro il male.
Lei nella sua libera consapevolezza dell’amore. Il Presidente è diventato il
dominatore dei cieli e della terra e mentre infligge distruzione arriva lei. La
dottoressa…E’ rinata. Si presenta con le sembianze di una bambina che mentre “aspira”
il male, cresce. Cresce. Cresce. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">E allora sotto le note della stupenda “Parade”,
la dottoressa bambina, più si nutre dei sogni del Presidente e più cresce. “Perché
non obbedisci?” le chiede il dominatore del mondo mentre lei lo assorbe dentro
di sé. Lei intanto cresce. Cresce. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Una
volta divorati tutti gli incubi assieme al Presidente stesso, lei torna donna e
il cielo si rasserena. La parata non c’è più, le immagini oniriche sono
sparite. E’ la realtà questa. Una realtà fatta di amore…quello tra la
dottoressa e il nerd. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">La mia teoria sul Presidente è che fragile e
debole e vuole appropriarsi dei sogni degli altri per percepire quella “umanità”
con cui non è più contatto da tempo. Si sente incastrato e solo… nella sua “disabilità”
fisica e mentale. Proprio lui, come Platone, pensava che il corpo fosse “la
prigione dell'anima”.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;">Questo è un film sui conflitti interni. Sulle
maschere. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sul dualismo. Il bene e il male,
il sogno e la realtà. Conscio e inconscio, amore e odio, vita e morte, mente e
corpo.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="background: white; color: black; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Eibesfeldt</span>, seguace di K. Lorenz sosteneva che uno
degli scopi del cannibalismo era la “purificazione”. Eh già... anche qui si parla
di rituali. Come per Fight Club, anche in questa sede, R. Girard potrebbe
illuminarci sui riti di passaggio e di crescita. S. Freud per descrivere la
suzione del latte materno nel bimbo, fa riferimento al termine “cannibalismo”. Come
per la dottoressa bambina che più si nutre e più cresce, forte.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background: white; color: black; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">La magnifica idea del sogno collettivo mi ricorda l’“inconscio
collettivo” di C.G. Jung. Come un archeologo, lo psicologo cerca di studiare un
“tempo” che, per Jung coinvolge l’umanità tutta. Questo film è denso di simboli
archetipici e analitici. Qui c’è tutto quello che fa felice uno psico. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="background: white; color: black; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Jung dice che “Tra i molti problemi della psicologia medica
c’è un bambino difficile: il sogno. Sarebbe tanto interessante quanto arduo
discutere il sogno esclusivamente sotto i suoi aspetti medici, cioè in rapporto
a diagnosi e prognosi di stati morbosi. Il sogno ha a che fare con la salute e
la malattia e poiché grazie alla sua origine inconscia, attinge dal tesoro di
percezioni subliminali, può produrre occasionalmente cose di estremo
interesse.” (Jung, Opere, vol. VIII, L’essenza dei sogni)<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Per lui,
il sogno è una autorappresentazione spontanea della situazione attuale
dell’inconscio espressa in forma simbolica (Jung, Opere, vol. VIII, Considerazioni
generali sulla psicologia del sogno)<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Come in
questa pellicola. Se ci fermiamo ad osservare i dettagli sugli elementi che
componevano la parata, potremmo rimanere colpiti dalla varietà di simboli. Gli
archetipi qui sono molteplici. Quello che mi appare più evidente è l’“ombra”,
il nostro lato oscuro.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">Questo film
parla di evoluzione verso una consapevolezza che, si raggiunge attraverso la “catarsi”.
Tutto è stato fortemente catartico. Tutto si è evoluto fino all’ apice della verità.
Quale verità?<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Calibri Light"; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quella
che riguarda il genere umano. L’essere umano è intriso fino al midollo di paure
e mostri. Siamo in perenne guerra con noi stessi e con le nostre resistenze.
Ma quando guardiamo in faccia a questi mostri, realizziamo che ne vale la pena.
Ne vale la pena… perché ci svincoliamo dalle nostre maschere e superiamo le
nostre dinamiche terrorifiche... cresciamo… e cosa più importante… amiamo.</span><o:p></o:p></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-20376372055110083842020-01-22T08:13:00.004-08:002020-01-23T08:22:58.326-08:00<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRkPbeAJgBl9zrxPy7vUwjNIz1igzGnoTVa9NWSdgZxxitd8Nk1dLDpykJZDS-O8VX54nMjCTmR0BLKgpFWV4vPqs3O0Dmvc7bmwDDe4MAA3zA5M2rw-xaKBzRcDtppQy52sFLL1jzRyA/s1600/MV5BMmEzNTkxYjQtZTc0MC00YTVjLTg5ZTEtZWMwOWVlYzY0NWIwXkEyXkFqcGdeQXVyNzkwMjQ5NzM%2540._V1_UX182_CR0%252C0%252C182%252C268_AL_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="268" data-original-width="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRkPbeAJgBl9zrxPy7vUwjNIz1igzGnoTVa9NWSdgZxxitd8Nk1dLDpykJZDS-O8VX54nMjCTmR0BLKgpFWV4vPqs3O0Dmvc7bmwDDe4MAA3zA5M2rw-xaKBzRcDtppQy52sFLL1jzRyA/s1600/MV5BMmEzNTkxYjQtZTc0MC00YTVjLTg5ZTEtZWMwOWVlYzY0NWIwXkEyXkFqcGdeQXVyNzkwMjQ5NzM%2540._V1_UX182_CR0%252C0%252C182%252C268_AL_.jpg" /></a></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b>Fight Club<o:p></o:p></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 10.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 10.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 10.0pt; line-height: 107%;">D.Fincher<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Mentre leggete questa lunga recensione vi consiglio di
mettere in sottofondo la colonna sonora di questa superlativa pellicola perché,
anche la musica ne scandisce i passaggi e le evoluzioni. Che poi…è quello che
sto facendo io mentre la scrivo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Premetto che è uno dei mei film preferiti e so che di
recensioni su <i>Fight Club</i> ne sono presenti a iosa, anche dal punto di
vista psico. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">E’ il lato psico che mi intriga a tal punto da buttare giù “qualche”
riga che mi nasce dal cuore. Devo ammetterlo questo per me non è solo un film…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">La pellicola “inizia dalla fine”. Il protagonista con una
canna di una pistola in bocca, ci illumina sulla imminente esplosione che
avverrà a qualche isolato da loro. Il narratore, che non ha un nome ma che
verrà identificato con Jack, e poi scopriremo perché, ci dice che questa roba
delle esplosioni e della rivoluzione è già in atto e non si può fermare. Lui
“tutto questo lo so perché lo sa Tyler”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Ma chi è Tyler? Anzi no…il protagonista ci guida in questo
caotico universo, ponendoci dinnanzi ad un sentiero e ci dice che “tutto questo
ha a che fare con una ragazza di nome Marla Singer”. Sì…perché questo è un film
d’amore. O meglio è un film su una storia d’amore. Amore, patologia, economia,
violenza e attacco al sistema…possono essere i nuclei attorno ai quali si
delinea una storia. La voce fuori campo è quella del narratore, che appunto
chiamiamo Jack, forse ha un disturbo bipolare. Non dorme da sei mesi e mentre
vive una apatica, fredda, desolazione irreale, gli subentrano altrettanti illusori
pensieri di vita o di morte. Data la sua attuale natura distaccata, necessita
di dettagli temporali che gli forniscono il metro del giorno “deve essere
martedì, indossava la sua cravatta blu fiordaliso", riferendosi al capo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Poi siamo nella sua casa, nel confortevole e rilassante nido
Ikea. Antro particolare che si è costruito ad hoc, nel tentativo di mettere
ordine nel suo inconscio che, invece, ha ben poco di confortevole. Mentre Jack
cerca di pensare a quale salotto lo caratterizza meglio come persona, non
possiamo non cogliere una crisi identitaria aperta. Si, Jack è in crisi e lo è su
tanti piani. Non dorme e va dal medico che gli suggerisce di “darsi una
calmata”, altro dettaglio che ci fa propendere per un disturbo dell’umore e lo
invia alla chiesa metodista a vedere la vera sofferenza. E lui ci va. Da qui si
apre un mondo, il suo. Inizia ad approcciare ad una serie di gruppi di sostegno, non come un osservatore passivo ma come protagonista. E li trova un amico, Bob. La
prima persona che lo porta ad aprirsi… “Coraggio puoi piangere” e lui… Si
sblocca, piange anche lui come gli altri. Ecco la prima vera, libera
espressione di sé. Lì, nell’abbraccio soffice e morbido di un uomo che ha perso
tutto e ha solo da guadagnare dall’apertura. Lui in ogni gruppo che frequenta
ha un nome diverso, una identità diversa, un disagio diverso. Lui è tutti,
Cornelius, Rupert, Trevor…e non è nessuno. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Cercava accoglienza, contenimento per dirla alla Bion…ma
ormai è diventata una droga. Ne è dipendente. Si, perché l’amore e
l’accoglienza, quando non li abbiamo mai percepiti possono diventare una dipendenza.
Ora è il “piccolo centro caldo”. Eccolo Jack che durante una meditazione
guidata, si ritrova nella sua caverna fatta di ghiaccio e solitudine e poi
arriva il suo animale guida, un pinguino che con la voce di un bambino, ricalca
l’eco del suo bimbo interiore che gli chiede di “scivolare” dentro di sé. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Eh…tutto procede bene fino a quando non arriva lei. I suoi
tacchi rumorosi e disturbanti… lei, con i suoi occhiali scuri e la sigaretta
ribelle. Lei frequenta i suoi stessi gruppi. “Marla…la sua bugia rifletteva la
mia” e quindi non riusciva più a piangere. Il nostro narratore tenta e ritenta
di viversi i gruppi come al solito ma durante una meditazione, il suo inconscio
palesa qualche cambiamento. Il suo animale guida ora è Marla. E’ lei nella caverna
che gli chiede di scivolare… “Marla, il taglietto sul palato che si
rimarginerebbe se la smettessi di stuzzicarlo con la lingua, ma non puoi”. La
rabbia di Jack monta e lui decide di affrontarla “ti ho scoperto”, le dice dopo
averla brutalmente strattonata. Sì perché si nota una stretta virile, decisa,
determinata, un movimento particolare mai visto in lui fino a quel momento. In
quell’istante di confronto, c’è una presa di posizione di entrambi ma c’è un
momento di incontro, di scambio dove l’una termina la frase iniziata
dall’altro. E’ un breve istante ma intenso e forse, il primo vero, intimo, contatto tra le due anime. Mentre tentano di trovare un compromesso dividendosi
i giorni della settimana, possiamo notare lo stile di vita di Marla. Una vita
improntata sul qui e ora, sulla vendita di vestiti non suoi, sul rischio e la
ricerca della morte, quasi in un atteggiamento provocatorio nei confronti della
vita stessa. Marla ha un nucleo tanto patologico quanto affascinante. Vive
sull’onda dell’impulso e sulla libera espressione di sé e dei suoi vissuti
emotivi. Marla è tanta roba. Possiamo immaginare nella sua struttura borderline, un’anima ferita, una bambina sola, trascurata e probabilmente
maltrattata…un’anima adulta che da una parte non si aspetta più nulla e
dall’altra istiga questo nulla, alla ricerca di eros, di vita. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Torniamo al nostro narratore. Egli viaggia per lavoro in
lungo e in largo, perdendo qualche istante e guadagnando pensieri e vissuti
quasi deliranti ma talmente attraenti da sembrarci congrui. In uno di questi viaggi, avviene dunque l’incontro con un uomo…anzi no…non è un uomo, è il
suo alter ego. Da questo momento in poi ha inizio il suo pieno delirio. Tyler
Durden è tutto quello che a lui manca. E’ seducente, sicuro, polemico, cinico,
scaltro, ironico ma la cosa più importante, è libero. E lo è in tutti i modi in
cui non lo è lui che, è incastrato in una vita infelice e piatta e lui ne è
l’immobile spettatore. In questa bizzarra conversazione tra i due lati della
sua personalità, Tyler ci declina tutti i modi casalinghi per creare esplosivo.
Nella faccia di Jack qualcosa non torna…per un attimo qualcosa lo perplime ma
ormai il nostro protagonista è sedotto da Tyler. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Quando Jack torna a casa e la trova in fiamme per via di una
“accidentale” esplosione, avrebbe l’istinto di chiamare Marla per chiederle
aiuto. Questo ci da la misura di quanto lui fosse già coinvolto. Ma non regge e
riaggancia. E’ bloccato dalla paura di inoltrarsi in una relazione che nel suo
inconscio è già profonda. Dunque tra il desiderio di viversi una nuova
relazione e la paura, vince quest’ultima. Allora chi chiamare in soccorso se
non la sua parte più dominante, quella che gestisce, che controlla, quella che
non teme nulla, quella libera. Quando lui e Tyler si incontrano nel bar, ci
immergiamo nel dialogo interno di due parti. Una che si sentiva completa e realizzata
nei beni materiali che, gli fornivano l’illusione di una stabile identità e l’altra parte che, si ribella a tutto questo e che confina i suoi averi in un
contenitore sterile e privo di sostanza. Tyler qui si erge a maestro, guru “Non
essere mai completo e smettila di essere perfetto”. Cominciamo con il decalogo
di Tyler Durden che, con la sua filosofia di vita, vuole destrutturarci e
ricomporci in qualcosa di forte quanto indipendente e sciolto. Mentre il nostro
protagonista cerca il modo migliore per chiedere a Tyler di essere ospitato a
casa sua, osserviamo il nostro eroe con le sue modalità passive e timorose,
infantilmente non riesce a chiedere di essere ospitato. La sua paura è evidente
eppure viene sospinto in un vortice sempre più distaccato dalle sue proiezioni
passate. Inizia la simpatica convivenza e il nostro protagonista approda ad una
serie di scritti sugli organi del corpo umano. Organi che appartengono ad un
uomo di nome Jack.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>A mio avviso elemento
cruciale perché legato alla psicosomatica del nostro eroe che da questo
momento in poi, esprime le emozioni tramite gli organi corporei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Qui avviene il primo passo che amo chiamare “rito di
passaggio” di Tyler. Si perché lo sta instradando verso una direzione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Come sostiene R. Girard (autore che amo molto), “I riti di
passaggio sono legati all’acquisizione di una nuova condizione, all’<i>iniziazione</i>”
e il canale spesso in questi rituali è quello violento e Girard aggiunge che
“non basta subire la violenza, occorre anche esercitarla”. Ed ecco che infatti
Tyler lo spinge ad una lotta dove non solo bisogna ricevere un pugno ma anche
sferrarlo. Iniziano a lottare loro due e conversano sul “senso” di questo
momento “quanto ti conosci se non ti sei mai battuto con nessuno?”. Ma come
dice Girard “anche se la prova iniziatica è riservata a certi individui, è
implicata l’intera comunità: non c’è rito che non faccia funzionare l’unanimità
fondatrice”... approdiamo dunque all’inclusione di esterni. Uomini sbalorditi e
nello stesso tempo incuriositi da quello che stava succedendo “posso
partecipare?”. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Da questo momento in poi
parte tra i due un’indicativa ricerca dei personaggi con cui potersi battere,
con cui mettersi alla prova, con cui sperimentarsi. Non a caso, nell’inconscio
c’è suo padre. Ad un certo punto è chiaro che il nostro narratore vorrebbe
lottare con lui…anche qui è celata la chiave del suo edipico passaggio
verso una individuazione e una ricercata identità…svincolo da un padre che ogni
sei anni cambia città e “aumenta le filiali”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">“Non eravamo soli”…no perché la lotta contro nostro padre non
è una battaglia unica ma è qualcosa che riguarda tutti. Il padre, il sistema di
regole e di aspettative e di richieste. Un giorno tutti noi siamo chiamati a
lottare contro di lui, contro il sistema. Il problema è il <i>come </i>si
struttura questa battaglia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">“Era davanti agli occhi di tutti…Tyler e io lo avevamo solo
reso visibile…Tyler e io gli avevamo solo dato un nome”. Ora siamo nello
scantinato di un locale dove tutto ebbe inizio…ci sono uomini medi e uomini di
successo “Benvenuti al <i>Fight Club</i>”…siamo i benvenuti in un clima di
rituali, sperimentazioni, crescite e tutto questo non può escludere sudore e
sangue, elementi che ci forniscono la violenza necessaria del rito di
iniziazione “da nessuna altra parte ti sentivi vivo come lì”. Anche qui ci sono
regole, come in ogni comunità che si rispetti. Come in ogni sistema di persone,
anche qui ci sono regole. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Mentre i giorni si susseguono in attesa del fine settimana
del <i>Fight Club</i>, assistiamo alla metamorfosi del narratore che, si
identifica sempre più con il suo alter ego (adesso Jack fuma)…”cominciammo a
vedere tutto in maniera diversa…tutti ci sentivamo salvi”…certo perché ora
siamo in cammino. La nostra prima prova è superata e ora possiamo leggere tutto
con una chiave diversa. “a volte Tyler parlava per me”…ormai Tyler parlava per
lui sempre. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Ma ecco che torna lei…il taglietto sul palato. Una
telefonata, un grido di aiuto di Marla che approccia un contatto sull’onda di un
tentato suicidio.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Richiesta di aiuto
alla quale la parte spaventata di lui non risponde, fugge, rimuovendosi.
Peccato che a questa richiesta Tyler ha deciso di rispondere. Sì, perché la
parte di lui, libera, esplorativa e provocatoria, vuole viversi questa relazione.
Tyler non ha paura.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">La mattina Marla è dentro casa di Jack,il quale ingenuamente,
pensava di aver sognato di aver avuto rapporti intimi con lei. In realtà nel
vederla li ne rimane turbato “cosa ci fai in casa mia?”…così lei se ne va.
Interessante successivo dialogo tra le due parti, dove Tyler chiede a Jack di
non rivelare dettagli importanti su di lui e nel frattempo chiede “non è che ti
piace?” e il <i>dotto biliare di Jack</i> risponde per lui. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Continuano i rapporti intimi tra Tyler e Marla e continuano
le dinamiche fra lui, Tyler e Marla, dove il vissuto di Jack è quello di un
bambino triangolato, “ho di nuovo sei anni, porto bigliettini a genitori che
non si parlano”…sempre più dettagli del suo passato, ci fanno rendere
conto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di come un bimbo abbia potuto vivere
la coppia genitoriale “i miei genitori hanno fatto la stessa sceneggiata per
anni”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Eccoci nel secondo rito di passaggio “facciamo il sapone”. Sì…
perché qui assieme al sapone, si compie una esperienza. Mentre si fanno lezioni
sulla dinamite, sulla storia e sulla evoluzione umana, il nostro protagonista
viene invitato a “stare” nel presente, a “stare” con il dolore, senza scappare, “resta con il dolore non lo scacciare” e la mente di Jack fugge nelle
meditazioni che aveva esperito. Appare anche Marla ma ora è diverso. Tyler gli
chiede di <i>stare</i>… “senza dolore non avremo niente…questo è il tuo
dolore…quello che senti è illuminazione prematura”. Jack sta iniziando a
lasciarsi andare, si sta abbandonando alla parte di sé visionaria e consapevole
del tutto, “ti devi arrendere…devi avere coscienza…è solo dopo aver perso tutto
che siamo liberi di fare qualsiasi cosa”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Ora l’identificazione con Tyler è quasi completa. Cosa
assolutamente visibile anche nei mutati rapporti con il suo capo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Arriva una seconda richiesta di aiuto da parte di Marla che, gli chiede di andare a controllare il suo stato di salute e mentre lui rimane
perplesso dal fatto che lei non avesse chiamato Tyler, lei tenta un approccio
fisico, dolce e poetico: un bacio. Questo romantico contatto lo mette talmente
sulla difensiva, da rispondere con una frase glaciale quanto distante “abbiamo
finito?”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Man mano che tutto procede, il nostro protagonista si ritrova
nello scantinato del locale a lottare con Bob, il suo amico. Tyler si promuove
a messia e guru mentre ci fa riflettere “la nostra guerra è spirituale e la
nostra depressione è la nostra vita” e poi “alla settimana prossima” come in
una psicoterapia, infatti ogni uomo in questa settimana ha un compito da
svolgere. Si sta cominciando a delineare una strada che percorre il <i>Fight
Club</i>. Siamo incuriositi…cosa c’è sotto? Allora non è tutto qui…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Ormai Jack e Tyler sono quasi indistinguibili mentre, il
nostro protagonista si ritrova a minacciare il capo e mentre lo fa, pensa al
suo primo combattimento con Tyler…un altro padre da detronizzare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Ma da ora in poi tutto si delinea con una certa rapidità.
Siamo nel progetto Mayhem. Ogni membro svolge dei compiti segreti e anche Tyler
ne ha uno. <i>Cambiare la vita di un uomo.</i> Sì perché Raymond K. S. che
lavora in un emporio stava studiando veterinaria e poi ha lasciato gli studi
per lavorare. Ma ora non più. Dopo le minacce di Tyler “Raymond K. S. domani
mangerà come noi non abbiamo mai mangiato…domani sarà il giorno più bello per
lui”. Non possiamo non essere, anche solo per un momento, spiazzati e allo stesso
tempo affascinati da questi agiti. Certo poi ci destiamo e comprendiamo che
Raymond K.S. domani mangerà con più gusto e terminerà gli studi di
veterinaria…ma perché lo farà? Perché è sotto minaccia. Allora è davvero la
paura che ci muove? E questo ci fornisce un pizzico di illuminazione sul modo
di pensare di Tyler. A questo punto potremmo facilmente pensare a dove ci stia
portando tutto questo…e allora forse tanta ammirazione potrebbe essere
sostituita da un certo grado di perplessità. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Ma aspettate, siamo di nuovo in casa Durden e c’è Marla che
ormai si è abituata ad essere maltratta e con un timido “mi levo di mezzo fra
un istante”, stuzzica il nostro protagonista che invece risponde con un “resta”.
Si apre qui un dialogo davvero interessante, dove il nostro eroe cerca di
salvare la principessa da una relazione dannosa “Cosa ci ricavi da tutto
questo? La cosa ti rende felice?” e lei “qualche volta si”…e mentre lui tenta
di spiegare goffamente il suo vissuto parlando di Tyler, il suo alter ego
scalpita dalla cantina. L’immagine di un Tyler in cantina mi fa pensare ad un
Jack che ha un barlume di coscienza e che tenta di riparare qualcosa, arginando
l’elemento destabilizzante (Tyler). Ma il barlume muore perché Tyler prende il
sopravvento…e la conversazione si chiude lì…con una porta che sbatte e una dolce
Marla che si arrende.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Torniamo al progetto Mayhem: prima recluta e... “prima o poi
diventavamo tutti quello che voleva Tyler”, seconda recluta e così via. Dopo la
prima scimmia spaziale “pronta a sacrificarsi per un bene più grande”
l’esercito è quasi in piedi. Nel frattempo, alla notizia che l’incendio nella
sua casa è stato doloso, piomba in Jack uno stupore che quasi ci fa riflettere.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Mentre il progetto Mayhem procede assistiamo a tutti i
vandalici atti di ripristino di un ordine meno strutturato e definito, guidato
da membri freddi, asettici, quasi ipnotizzati. E poi…non ci dimentichiamo che
questa cosa fra lui e Tyler, è una cosa nuova per il nostro eroe, forse mai
provata, motivo per cui gli sale una gelosia infinita verso un acerbo Jared
Leto che, viene malmenato e quasi ucciso, deturpato. Il quasi pupillo di Tyler
è quasi morto e lui…”volevo distruggere qualcosa di bello” risponde al suo
bisogno di distruzione… “volevo respirare fumo”, di ribellione per la minaccia
che percepiva nel loro rapporto….Ma tutto questo è l’ottima preparazione per il
successivo rito di passaggio dove in una macchina senza pilota, Jack viene
guidato alla esplorazione del suo inconscio. L’eroe si sente escluso, “tu e io”,
contro un Tyler che risponde sottraendosi “ questa cosa non appartiene a
noi…noi non siamo speciali” e, come se non bastasse, gli fornisce una ulteriore
lezione di vita “ dimentica quello che sai della vita, dell’amicizia e di te e
di me”…e mentre la rabbia del nostro eroe monta (unica emozione tramite la
quale si esprime), il suo alter ego lo chiama ad un ulteriore passaggio, “
guardati…perché credi che abbia fatto esplodere casa tua…smettila di cercare di
controllare tutto…lasciati andare”. Il nostro eroe, complice la paura (di nuovo
come per Raymond K.S.), prova a lasciarsi andare. Una particolare canzone in
sottofondo, ci fa assistere ad un violentissimo impatto con la vita, o la morte,
mentre Tyler “abbiamo avuto una esperienza di quasi vita”.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Qui anche noi facciamo silenzio. Noi con i
nostri pensieri e le nostre certezze…siamo comunque scettici. Quasi
imbarazzati, dubbiosi, completamente assorbiti da un tutto che sta iniziando a
prendere forma. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Ma proprio adesso…sì proprio ora Tyler se ne va. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Tyler non c’era più.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Il nostro eroe si aggira nel pianeta Tyler, dove le scimmie
spaziali producono sapone e organizzano i loro colpi. Come si sentirà lui?
“sono solo…mio padre mi ha abbandonato…Tyler mi ha abbandonato…<i>sono il cuore
spezzato</i> <i>di Jack</i>”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Marla torna e gli chiede di poter entrare in casa ma lui non
è pronto. E’ ancora in lutto per aver perso il padre, di nuovo. Marla se ne va.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Da qui in poi il ritmo del film cambia. Tutto scorre a
velocità supersonica e arrivano i primi feriti, Bob. Bob è morto. Proprio lui,
il suo primo e unico amico. Ecco un altro abbandono. Qui arriva la sua prima
lezione al gruppo “quando un membro muore ha un nome…il suo nome Robert
Paulsen”…e questa scena è talmente comica da sembrarmi surreale. “Devo trovare
Tyler” ed è qui che l’eroe parte alla ricerca del suo alter ego.
Metaforicamente gira il mondo, non sapendo ancora che Tyler è dentro, non
fuori. Accede ad ogni bar, ogni vicolo e luogo che abbia ospitato il <i>Fight
Club</i>. Come nel passato dove perdeva un’ora e guadagnava un’ora…è sempre in
ritardo e pare quasi che manchi Tyler per un soffio, tutte le volte. Eh
sì…anche Tyler “ha aumentato le filiali” e davanti ad un “bentornato signore”,
Jack ha un sussulto e finalmente ha il primo insight “secondo lei io chi
sono?”. La mia parte preferita parte da qui. La sua frammentata identità cerca
una coerenza…lui avverte la scissione nel suo profondo. Stiamo entrando nella
sua oscura intimità. Finalmente!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Lui ha dubbi profondi, si sente solo, confuso e spaventato.
Cosa fa? Chiama Marla .E alla domanda …lei risponde “Tyler Durden… Tyler
Durden…schizzato…”. Schizzato…scisso, diviso. Che meraviglia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">E torna Tyler, arrabbiato, determinato ad eliminare il nostro
eroe che sancisce il tutto “Siamo la stessa persona”. Lo stupore mentre Tyler
gli spiega come sia avvenuto tutto ciò “cercavi un modo per cambiare la tua
vita…non potevi farlo da solo…sono quello che vorresti tu, libero come non lo
sei tu” e come se non bastasse, “pian piano ti stai lasciando diventare Tyler
Durden”. Baaaam!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Tyler qui manifesta il desiderio di eliminare Marla perché
“sa troppe cose” e Jack inizia una serie di movimenti per salvare tutto e
tutti. Vuole salvare lei “la vera natura del nostro rapporto non mi era
chiara…tu mi piaci moltissimo” e mentre pronuncia queste parole, la incita a
lasciare la città. Bene. Ora che Marla è salva, può dedicarsi a salvare il
resto del mondo. Peccato che la sua intelligenza lo ha preceduto. Aveva
previsto tutto e preparato i membri ad un qualsiasi cambiamento di rotta. Ma
eccoci ad uno scontro importante…siamo nel garage di un palazzo…c’è un furgone
con dell’esplosivo e il nostro eroe sta sabotando tutto. Arriva Tyler e
lottano. Ma stavolta non è come la prima volta. Qui c’è vita. Qui qualcuno si
vuole riappropriare della propria identità. Anzi…vuole crescere. Non c’è più
dipendenza…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"><br /></span>
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Lo svincolo è in atto…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">“tre minuti ci siamo…” Eccoci dove tutto ebbe inizio…”Pensa a
tutto quello che abbiamo creato”. A breve ci sarà una esplosione alla quale i
nostri eroi potranno assistere dall’ultimo piano di un bel grattacielo. Qui c’è
un fantastico dialogo fra i due dove il nostro protagonista. tenta una ultima
docile supplica al dio Tyler che, vuole prendere di nuovo il sopravvento…ma non
ce la fa. Stavolta no. La consapevolezza sale in Jack fino a quando “Tu non sei
reale” (insight) e “la pistola non è nemmeno nella tua mano…è nella mia”. Si capovolge
drasticamente la situazione e qui ci stiamo gasando perché sentiamo il <i>phatos</i>
arrivare al culmine. Il nostro eroe si punta la pistola alla gola… “alla nostra
gola”…”voglio che adesso mi ascolti attentamente…con gli occhi aperti”…Forse
vediamo un pizzico di paura in Tyler. Nel nostro eroe vediamo solo quella
virile, decisa determinazione e…Boom! E' veramente il nostro eroe...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">C’è uno sparo…e Tyler “cosa è questo odore?”…E’ fumo. Lo
stesso che… “Volevo respirare fumo” di quando Jared Leto veniva malmenato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Arriva Marla trascinata dalle scimmie spaziali, “ti sei
sparato da solo?” …”si ma sto benissimo”. Anche qui, tanto surreale quanto
ammaliante …Iniziano le esplosioni, lei ha un sussulto e tra le parole del
nostro eroe “andrà tutto bene”…i due si prendono per mano e si godono lo spettacolo.
Tra l’incredulità e l’amore c’è una apertura verso Marla “mi hai conosciuto in
un momento molto strano della mia vita” e sulle note di <i>Where is my mind</i>
si chiude questa meravigliosa pellicola.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">Avevo scritto molto altro…ma preferisco fermarmi. Questo
poetico e patologico film è talmente denso di dettagli che è impossibile
declinarli tutti. La storia d’amore tra queste due personalità così diverse
eppure così magicamente incastrate, ha un ruolo cruciale in tutto. Se lui non
fosse stato in questo momento strano della sua vita, non ci sarebbe stata
nessuna Marla…o forse, è proprio perché è arrivata Marla che è successo tutto
questo. Ecco… io credo di sì. L’ arrivo di questa ragazza ha destabilizzato
talmente il sistema interno di questo uomo, da portarlo alla
scissione…Chiaramente è la mia personale interpretazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 107%;">La paura è una emozione complessa…seducente quanto
paralizzante…come l’amore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-86951078385303876472020-01-17T04:33:00.001-08:002020-01-17T04:33:16.286-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5GbjVpUipRAnewjgEVvbRaJdO5szKm0Gv7T2DYdupRPR539U6kCFZPNB7KftrBMo1GPlD4ISh0dBz5uvXK04px2QlQla8NeaX-iQzHi9fjvwA0A1Kh_k5HdG5GpVzbrIg3CyxSNbp7PI/s1600/th.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5GbjVpUipRAnewjgEVvbRaJdO5szKm0Gv7T2DYdupRPR539U6kCFZPNB7KftrBMo1GPlD4ISh0dBz5uvXK04px2QlQla8NeaX-iQzHi9fjvwA0A1Kh_k5HdG5GpVzbrIg3CyxSNbp7PI/s1600/th.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-indent: 35.45pt;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="text-indent: 35.45pt;">Shot
Caller - La fratellanza</span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center; text-indent: 35.45pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Dal punto di
vista cinematografico, a tanti non sarà sembrato un gran film. Per determinati
aspetti a me è risultato particolare. Personalmente avrei visto volentieri un preciso
approfondimento del mondo delle gang che appare relegato al misero culto nazi e
al fascino per i tatoo, soprattutto, considerando, che il regista R. R. Waugh
ha lavorato per due anni sotto copertura in un carcere della California proprio
per "studiare" questa realtà. La personalità di Jacob è così ricca
eppure così poco esplorata. La sua realtà è talmente sfaccettata da avermi catturata
completamente. Come la coppia del resto. Lasciata sullo sfondo alle nostre
personali interpretazioni.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Tuttavia il
piano più attraente ai miei occhi è sempre quello psico. Perché un film può
essere tecnicamente perfetto ma “morto” sul piano emotivo. Qui di perfezione
c’è ben poco ma ci giunge quel “qualcosa” di ammaliante che deve tradursi in
parole, associazioni, vissuti che non possono non sfiorarci. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Qui non si
analizza la trasformazione di un uomo. Non si affronta tanto la metamorfosi
psicofisica di chi, crede di avere la vita perfetta, in un essere, se così
possiamo definirlo, infimo. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="_gjdgxs"></a>Qui c’è altro. C’è un uomo e questo termine racchiude tutto,
troppo. Un uomo con la sua vita che non è tanto perfetta come vogliono farci
credere. Jacob chi è? E’ un uomo, appunto, con un mondo emotivo ricco di
sfumature e ombre che, emergono nel piccolo quotidiano di una partita a basket
dove, percepisce la sua fragilità, la sua inutilità, alle quali risponde con
l’arrendevolezza di un bimbo timoroso, spaventato. Da cosa? da quella giungla
di palestrati, attraenti e sicuri uomini di successo, inebriati da loro stessi
e dalle loro piccole, misere vittorie. Jacob è anche un marito e un padre che,
torna a casa dal lavoro e trova suo figlio, solo, che pranza di fronte alla tv.
Questo dettaglio non può sfuggirci mentre ci immaginiamo il futuro di questo
ragazzo che cresce e continua a percepire solitudine. Ah si…Jacob è anche un
marito che, incontra la moglie che si prepara ad una uscita con gli amici e che
non coglie, perché non vuole, l’invito di Jacob ad avere un rapporto intimo, un
incontro. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Ora siamo
fuori con gli amici, si ride, si scherza, affiorano sogni e progetti di queste
donne, arriva del vino e in un attimo si cancella tutto. Qualcuno muore,
qualcuno non crede a ciò che sta succedendo. Fatto sta che Jacob è in galera.
Ed è in prigione per aver ucciso l’unico amico che aveva. Quello che lo
difendeva durante le partite mentre lui si sentiva un bambino spaventato in
pasto ai bulli. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Jacob è
“dentro”, o fuori, dipende dai punti di vista. E’ in galera e si ritrova a
contatto con una realtà che non aveva nemmeno mai visto in cartolina. E poi,
questo sistema penitenziario mi elicita il desiderio di ascoltare qualche
parola di Beccaria. Ma questa è un’altra storia. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Quella di cui
parliamo, invece, è una realtà fatta di gang, di cartelli, di valori, di
rispetto, di potere, di sottomissioni ma soprattutto, di scelte. Perché Jacob
deve scegliere e lo deve fare presto, prima di morire. Eh si…deve scegliere se
vivere o morire. E lui sceglie. Sceglie
di sopravvivere. La sua anima per qualche istante sussulta, prova a ribellarsi
a ciò che vede e che sente. Da una parte sua moglie gli chiede di continuare ad
essere Jacob e dall’altra Jacob lentamente muore. Si, perché è arrivato Money.
E una volta così, così sarà. Non si torna indietro. Da qui in poi assisteremo
al combattimento interno di Jacob che torna proprio mentre Money sta per
compiere il suo primo omicidio (volontario), come esecutore. I suoi vari altri
riti di passaggio per entrare nella banda di chi sopravvive e di chi comanda,
sono tutti costellati da un sempre più flebile Jacob che, vorrebbe tornare ma è
silenziato da Money. Money è dentro la fratellanza ariana. E’ parte di essa e
si muove con lei e “per” lei.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Money è
fuori. Fuori dalla galera certo, ma dentro cosa si ritrova? Ci si ritrova? O
sceglie? Da qui potremmo disquisire all’infinito, tirando fuori, morali ed
etici concetti privi di sostanza perché non sappiamo neppure di cosa stiamo
parlando. Money deve concludere un affare per la fratellanza. Ma non è questo
il punto che mi interessa. Il punto è Money. Un uomo tormentato, che resta
affiliato a un mondo deplorevole, che disprezza e che lo sta uccidendo. Un
mondo torvo, come lui, buio, triste, solo...senza una famiglia, senza più un
figlio che ha allontanato per proteggerlo. Eppure lui sembra avere una idea.
Inutile analizzare le varie azioni di Money e soffermarci sulle varie altre
violenze che, ai suoi occhi appaiono necessarie ad un obiettivo. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Money uccide,
piange, protegge il suo piccolo aiutante cacciandolo via, (unica modalità che
conosce per proteggere), lo fa prima che arrivino le forze speciali, che lui
stesso ha coinvolto nello scambio. Money è tante cose e non è tante cose. Fa di
tutto per tornare in galera. Fa il doppio gioco. Arriva nel posto più
pericoloso che ci sia, lui torna solo per fare un ultimo violento gesto.
Ripristinare un ordine. Un ordine capovolto. Ora è lui il capo. Complice anche
un sistema di secondini corrotti che, ci fanno immergere in un complesso stadio
evolutivo in cui l’uomo è qualcosa di assolutamente impuro. Ora lui comanda il
carcere, i secondini, i contatti e pian piano promuove in lui, l’unico sistema
possibile che, preveda una qualche emersione del flebile Jacob. Il puro
poliziotto che segue il caso (al quale non torna la dinamica di Jacob), verrà
aiutato a mettere ordine. Ecco che si inizia a dipanare una dinamica alla Lupin
e Zenigata che immagino vedremo nel sequel.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Il tutto si
chiude con un Money che legge un libro consigliato da uno dei leader della
fratellanza “L’animale umano”. Libro di D. Morris di argomenti sociobiologici,
poco hanno a che vedere con la vera psicologia. Si perchè in questo libro si
parla di istinti e di come l’uomo dovrebbe accoglierli, vivendoli. La
psicologia studia gli istinti ma nell’inconscio non c’è solo l’istinto. C’è
anche l’eros e come direbbe Carotenuto “anche la creatività è un istinto” ma la
pulsione è di vita, non di morte, non di distruzione. Prima di questa scena del
libro, stavo quasi per credere alla rinascita di Jacob. Ma poi ho visto il
libro…<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
A questo
punto non mi sento di concludere esprimendo superficialmente un giudizio
rispetto ad una scelta di questo uomo. In cuor mio devo dire che non credo che
lui abbia davvero scelto di essere qualcosa di diverso da ciò che era (in potenziale
represso). Forse ha “fatto” qualcosa di diverso. Quello che osservo è un uomo
che si è dimenticato di se stesso per tutta la vita. Poi si è ritrovato in una
centrifuga e si racconta di aver fatto una scelta di vita. In realtà ha fatto
una scelta di morte. Qui non posso non pensare al protagonista di BrBa.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Comunque Jacob è morto o meglio è stato ucciso
da Money. Il perché e il come non sono facilmente spiegabili. Quello che so è
che tutti noi… a volte siamo Jacob e a volte siamo Money. Il punto sta nel
vederlo e nell’integrare le due parti di noi, scisse. Noi siamo entrambi. <o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
Quello che
sento è che adesso il bullo è lui. Lui non è più quel bimbo spaventato. Lui ora
si sente un difensore. Il padre è stato perdonato dal figlio. Un ragazzo
maturo, docile che è stato fatto fuori, cacciato, abbandonato dal padre per
difenderlo (a suo dire). Ciò che questo uomo sta divenendo, sarà opinabile ai
molti. Ma chi fa il clinico non può eludere tutti quegli aspetti inconsci e
non, che ci portano a rivelare una o l’altra parte di noi. <o:p></o:p></div>
<br />Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-35819262461635132312019-09-05T08:43:00.003-07:002019-09-26T04:54:35.206-07:00<div style="text-align: center;">
Riparte il ciclo di sostegno ed intervento alla Comunità Terapeutica Sisifo (Via del Gallo, 22 - Tuscania VT) per la cura delle dipendenze comportamentali. La comunità accoglie utenti con condotte di dipendenza da gioco d'azzardo, dal web e dalla tecnologia, da ipersessualità, da shopping compulsivo e da lavoro. </div>
<div style="text-align: center;">
Opererò come Psicoterapeuta al fianco di un valido team di psicologi ed educatori guidati dal Prof. Cantelmi.</div>
<div style="text-align: center;">
Questo ciclo si terrà dal 9 al 29 settembre 2019</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbYjbJwUtx2vxmqUUu_20qSA1ldcJeK786O6BvKD11nt3utEMztQSwpPNLDBaLEus5HVP-3xGf51az9HzyQdJfQ2m2Ndw-cS1zSxZNsfoHzqzRO0isDrQeNI0fNfSgXIVwEOJ1pMtQwo0/s1600/41748038_1021387868033734_4104259374984200192_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="678" data-original-width="960" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbYjbJwUtx2vxmqUUu_20qSA1ldcJeK786O6BvKD11nt3utEMztQSwpPNLDBaLEus5HVP-3xGf51az9HzyQdJfQ2m2Ndw-cS1zSxZNsfoHzqzRO0isDrQeNI0fNfSgXIVwEOJ1pMtQwo0/s320/41748038_1021387868033734_4104259374984200192_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-17925702118366863132019-04-04T08:18:00.000-07:002019-04-04T08:19:22.143-07:00<div style="text-align: justify;">
<b>Con piacere annuncio la pubblicazione del libro "La via della Bellezza. Un percorso di </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>riscoperta" di Maurizio Sorbo con il quale ho collaborato </b><b>scrivendo i capitoli di interesse </b><b>psicologico. </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Il lavoro di sinergia nella stesura dei capitoli è avvenuto assieme alla Dott.ssa </b><b>Michela Pensavalli, con la </b><b>prefazione di Tonino Cantelmi. Capponi Editore</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXXiAdBYvLl3FdWcFz_d3uF0lxCMiJOpr_iVsF1qU83GLIkELktX0oChR5YqYg-XJasUvdB9T-taZ6cLdvz4ELizvRlVJ7-CwyHlUuJQY3-loAowdDd7jxwlXStV3nPKFkpcrJ9hozrTU/s1600/cop_via_bellezza_ecommerce.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXXiAdBYvLl3FdWcFz_d3uF0lxCMiJOpr_iVsF1qU83GLIkELktX0oChR5YqYg-XJasUvdB9T-taZ6cLdvz4ELizvRlVJ7-CwyHlUuJQY3-loAowdDd7jxwlXStV3nPKFkpcrJ9hozrTU/s320/cop_via_bellezza_ecommerce.jpg" width="290" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-47663415367324366042018-02-23T02:50:00.003-08:002018-02-23T02:50:37.392-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj65kmhvmXRtPm-HhSSXFqB0QSOCeu8BkzEWDgWePADAb7I4wmJZLB2FBUSAo3k0uOfaoh2-yJGZFifW-BzJs9qwQQUTkl5qmGykMbzo_6ZCwKmZ9IihliMIhGnYpsHCo2q4TM4UXTdUac/s1600/IMG-20180211-WA0041.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="747" data-original-width="1328" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj65kmhvmXRtPm-HhSSXFqB0QSOCeu8BkzEWDgWePADAb7I4wmJZLB2FBUSAo3k0uOfaoh2-yJGZFifW-BzJs9qwQQUTkl5qmGykMbzo_6ZCwKmZ9IihliMIhGnYpsHCo2q4TM4UXTdUac/s400/IMG-20180211-WA0041.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<b><i> <span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">11 Febbraio 2018</span></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Si è conclusa la prima giornata di formazione alle comunità romane del "<b>Gruppo Seguimi</b>" sulla </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"<u>Comunicazione Interpersonale all'interno delle Comunità</u>". La formazione è stata svolta insieme al </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
collega e amico Dott. Massimiliano Marzocca e la giornata è stata produttiva e stimolante. Ringrazio </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
i membri delle comunità sia per l'accoglienza che per l'intensa partecipazione. </div>
Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-53402768405483768452017-07-24T04:23:00.005-07:002017-07-24T04:23:39.469-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzT_bj0X6e4kLakFsQeogokGshvjb8U3fklpAuC6i2BA7GOagryPpgMVLkyAL62-Tndm7hVfEiTt-vLlvcXwzuzZaHay7O5MVJKzZnNTikvQEXkjWIDmPu3urAFo1Y3_5wrRxOS1BIfjI/s1600/1500559729_copertina_articolo_tonino_cantelmi_assessment.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzT_bj0X6e4kLakFsQeogokGshvjb8U3fklpAuC6i2BA7GOagryPpgMVLkyAL62-Tndm7hVfEiTt-vLlvcXwzuzZaHay7O5MVJKzZnNTikvQEXkjWIDmPu3urAFo1Y3_5wrRxOS1BIfjI/s1600/1500559729_copertina_articolo_tonino_cantelmi_assessment.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Lo scritto si riferisce agli strumenti di Assessment psicologico ed è pubblicato sui "<i>Quaderni di Studio 1" - <b>ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE</b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'articolo che ho scritto insieme al <b>Prof. Cantelmi e alla Dott.ssa Pensavalli </b>è scaricabile dal seguente link:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.toninocantelmi.it/userfiles/articolo-scientifici/articolo%20Tonino%20Cantelmi%20ASSESTEMENT_Parte1.pdf">http://www.toninocantelmi.it/userfiles/articolo-scientifici/articolo%20Tonino%20Cantelmi%20ASSESTEMENT_Parte1.pdf</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.toninocantelmi.it/userfiles/articolo-scientifici/articolo%20Tonino%20Cantelmi%20ASSESTEMENT_Parte2.pdf">http://www.toninocantelmi.it/userfiles/articolo-scientifici/articolo%20Tonino%20Cantelmi%20ASSESTEMENT_Parte2.pdf</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-13186629674564772922017-05-10T02:28:00.000-07:002017-05-10T02:34:22.523-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxe_a-7bMWwC4acWKeODbb26QzIPKaqKI0G49b9J08V2Gy5T9I1IDIPmOYQGVewLak_21uj_hosEYfuAoqKOMWDaYCOBnY6Hu7TIDiK9qkMhu3vKMyY6m5TOwRnkOKLBGn-DkhvsSINz4/s1600/IMG_20170417_183553_054.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxe_a-7bMWwC4acWKeODbb26QzIPKaqKI0G49b9J08V2Gy5T9I1IDIPmOYQGVewLak_21uj_hosEYfuAoqKOMWDaYCOBnY6Hu7TIDiK9qkMhu3vKMyY6m5TOwRnkOKLBGn-DkhvsSINz4/s320/IMG_20170417_183553_054.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Jon Kabat - Zinn così definisce la Mindfulness "la consapevolezza che emerge attraverso il prestare<br />
<br />
attenzione allo svolgersi dell'esperienza momento per momento:<br />
<br />
con intenzione, nel presente e in modo non giudicante".<br />
<br />
<h3>
<span style="color: #0b5394;">"<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">La consapevolezza non è semplicemente un concetto o una buona idea. </span></span></h3>
<h3>
<span style="color: #0b5394;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E' un modo di essere. </span></span></h3>
<h3>
<span style="color: #0b5394;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E il suo </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">sinonimo, </span><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;"><b>presenza</b>, </i><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">è un tipo di conoscenza più ampio del pensiero,che ci apre molte più scelte su come rapportarci a tutto ciò che sorge nella nostra mente e nel nostro cuore, nel nostro corpo </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">e nella nostra vita.</span></span></h3>
<h3>
<span style="color: #0b5394;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"> E' un sapere più che concettuale, più vicino alla saggezza e alla libertà che la saggezza comporta". </span><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></span></h3>
<h3>
<span style="color: #0b5394;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">(J. Kabat-Zinn, </span><i style="font-family: "Trebuchet MS", sans-serif;">Vivere momento per momento, 2016)</i></span></h3>
<br />
<br />Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-63749019370368562532016-09-07T00:51:00.003-07:002016-09-07T00:51:40.559-07:00<h2>
<span style="font-size: small;"> Le emozioni tecno-mediate nell'era digitale </span></h2>
<h2>
<span style="font-size: small;"> si sostituiscono alla classica relazione "face to face"<br /> </span></h2>
<h2>
<span style="font-size: small;"><br /></span></h2>
<h2>
<span style="font-size: small;"> In questo articolo ne parlo insieme alla mia amica e collega Dott.ssa Michela Pensavalli</span></h2>
<div>
<span style="font-size: small;"> nella rivista "Yoga Italia" di settembre 2016</span></div>
<div>
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv5DyUvnp7Kx3WUfF0cP2Q_04sC25DfDtgwANMLmlS7ohPwur0YocMp639r_Exqf-pA1lnjASJki_ndAt2s0JrbdMFGxWN069JhcndyZGApBAxK3_dcuF79ucDRjVDKPki776juw2PMME/s1600/Immagine.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv5DyUvnp7Kx3WUfF0cP2Q_04sC25DfDtgwANMLmlS7ohPwur0YocMp639r_Exqf-pA1lnjASJki_ndAt2s0JrbdMFGxWN069JhcndyZGApBAxK3_dcuF79ucDRjVDKPki776juw2PMME/s1600/Immagine.png" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9c43jOnd-UXue6nzH2Lq6eKcgmWNWY3bLULxInBglbTnEUCTi3pByUPa3n8gbOD2o1v-AKWmt-J-NuULIxXWgkyJkAzlInQ4Ce97xpIunuO16WmRcj8G-28at0IFxLJd9gYHz0_U-KJo/s1600/Immagine1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9c43jOnd-UXue6nzH2Lq6eKcgmWNWY3bLULxInBglbTnEUCTi3pByUPa3n8gbOD2o1v-AKWmt-J-NuULIxXWgkyJkAzlInQ4Ce97xpIunuO16WmRcj8G-28at0IFxLJd9gYHz0_U-KJo/s320/Immagine1.png" width="240" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIdODc3YmVZT0sTsDek3_scsnFYst-88yabDf-HhoB3eiN825Jv48Z2olvf1s5XcMpfzs6AYVX2xBPTYnf3Ml_c6ddU8OpePOK0QJzp1E5WaC_r9v5dsV_PJOLDYcPmjT9izWuAoMsiw8/s1600/Immagine2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIdODc3YmVZT0sTsDek3_scsnFYst-88yabDf-HhoB3eiN825Jv48Z2olvf1s5XcMpfzs6AYVX2xBPTYnf3Ml_c6ddU8OpePOK0QJzp1E5WaC_r9v5dsV_PJOLDYcPmjT9izWuAoMsiw8/s320/Immagine2.png" width="218" /></a></div>
<div>
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-71162880385078816532016-05-19T07:51:00.003-07:002016-05-19T07:51:58.045-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhINA_D8Wo80FdxCg2-6qC6Rnd0dhImL1ijsnYrnG117JIDmm_gy96IuroqTOuxZP5Dl5d5fkETWY3jOm6LzvCh28vdJwN6sAOCftjlZ6Xs2hcf0mRDiG9mtQqbU1MjqJdNxg5jzUh8Asw/s1600/1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhINA_D8Wo80FdxCg2-6qC6Rnd0dhImL1ijsnYrnG117JIDmm_gy96IuroqTOuxZP5Dl5d5fkETWY3jOm6LzvCh28vdJwN6sAOCftjlZ6Xs2hcf0mRDiG9mtQqbU1MjqJdNxg5jzUh8Asw/s400/1.jpg" width="266" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<br />Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-18200690925533892952016-01-26T09:38:00.002-08:002016-01-26T09:38:22.631-08:00Lo Psicologo? Su misuraDi seguito un interessante articolo dove interviene il Dott. Emiliano Lambiase sulla figura dello psicologo<br />
<br />
<h1 style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; color: #ef7d00; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 2.2em; line-height: 1.2em; margin: 0.4em 0px 0.1em; outline: 0px; padding: 0.5em 0px 0px;">
Lo psicologo? Su misura</h1>
<h2 style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; color: #5e5e5e; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 1.4em; line-height: 1.2em; margin: 0.1em 0px 1em; outline: 0px; padding: 0px;">
Fonte: D inserto di "la Repubblica" del 23/01/2016</h2>
<div class="sub-pages" style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; color: #5e5e5e; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 18px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: right;">
</div>
<div class="socialbar" style="background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; color: #5e5e5e; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 0.8em; line-height: 18px; margin: 5px 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: right;">
<br />Pubblicato il 26/01/2016</div>
<div class="main_content" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; color: #5e5e5e; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 18px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border-width: 2px; outline-color: initial; outline-style: initial;"><img class="thumb" src="http://www.toninocantelmi.it/_thumbs/1453825432_intervista_emiliano_lambiase_itci_.jpg" style="background: transparent; border: 2px groove rgb(239, 125, 0); float: left; margin: 5px; outline: 0px; padding: 0px;" /></span><div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; outline: 0px; padding: 5px 0px;">
<em style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;"><strong style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">di Claudia Bortolato</strong></em><br /> </div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; outline: 0px; padding: 5px 0px; text-align: justify;">
Sarà perché ai dolori di sempre (perdite, disagi esistenziali di varia natura) si sono aggiunti quelli più attuali, in quest’epoca di crisi e post crisi. Di fatto, è salito significativamente il numero degli italiani che, a dispetto delle minori disponibilità economiche generali, si sono rivolti a uno psicologo. «Negli ultimi due anni si è registrato un aumento di richieste di aiuto psicologico stimabile tra il 5 e il 10 per cento. In buona parte si può imputare alla crisi socio-economica e ai mutamenti occupazionali, che comportano disagio, riduzione dell’autostima, instabilità nella regolazione emozionale e crisi delle capacità progettuali individuali e della famiglia. Con un impatto negativo anche sulla costruzione dell’identità dei più giovani», dice Nicola Malorni, presidente dell’Ordine Psicologi del Molise e portavoce dell’Ordine Nazionale degli Psicologi (psy.it). Stime che si riflettono nelle statistiche ufficiali più recenti. «Dal rapporto Istat sul Bes (Benessere equo e sostenibile in Italia), risulta che nel 2012 sono migliorate complessivamente le condizioni di salute fisica rispetto ai dati raccolti nel 2005. Al contrario, il benessere psicologico è peggiorato, soprattutto tra la popolazione adulta e tra i giovani maschi dai 18 ai 24 anni, per i quali il punteggio medio dell’indice Mcs (Mental Component Summary) è sceso dal 53,4 a 51,7», osserva Malorni. Il malessere ha cambiato pelle, quindi: si soffre maggiormente nell’anima che nel corpo. Il disagio si manifesta in modo più subdolo, confuso, resistente. Diffuso trasversalmente rispetto al sesso e all’età. Tanto da spingere a rivolgersi al dottore di base anche per i pensieri cupi e le angosce. «Si stima che almeno il 50 per cento delle richieste che pervengono ai medici di medicina generale esprimano un disagio di tipo relazionale/esistenziale più che un problema somatico, con una maggiore incidenza dei problemi depressivi (10.4 per cento), dell’ansia (7.9 per cento) e dell’abuso di sostanze (2.7 per cento)», dice ancora Malorni. Altra novità, figlia dei tempi: la richiesta di aiuto psicologico arriva da ambiti sempre più differenziati, riflesso dei rapidi mutamenti sociali e di una collettività melting pot. «Sono in aumento le richieste strettamente legate a criticità emergenti e contemporanee, come la gestione dei rapporti in famiglie ricostruite o con figli “nativi digitali” (utenti di app e computer fin dalla più tenera età) e con parenti colpiti da malattie croniche», aggiunge Nicola Piccinini, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio (ordinepsicologilazio.it). Nessuna battuta d’arresto per la professione di psicologo, quindi. Al contrario, i neo-abilitati crescono al ritmo di cinquemila l’anno, e attualmente sono circa 95mila gli iscritti all’Ordine. Allo stesso tempo, si sta palesando con forza il rischio, per i soggetti più vulnerabili (magari perché economicamente fragili), di affidare il disagio a figure poco competenti o, nella peggiore delle ipotesi, a veri e propri truffatori, attratti da un business sempre più appetitoso. «Proprio per promuovere una corretta cultura psicologica abbiamo recentemente lanciato #VoltaPagina, una videocampagna di sensibilizzazione on line, visibile anche sul profilo Facebook dell’Ordine (www.facebook.com/ordinepsicologilazio/), che ha ottenuto un ottimo riscontro di pubblico», osserva Piccinini. Il problema è anche un altro: se riconoscere uno psicologo o psicoterapeuta abilitato è semplice (fanno fede le iscrizioni all’Ordine: basta consultare gli elenchi on line delle varie regioni), più arduo è individuare la figura più adatta a sé. Come disse Jean Piaget, psicologo, pedagogista e filosofo svizzero: «Sfortunatamente per la psicologia, tutti pensano di essere psicologi». Anche la persona comune a volte pensa di avere la sufficiente competenza per scegliere il professionista giusto al momento giusto. Magari, ci permettiamo di aggiungere, la convinzione è rinforzata dalla visione di serie tv di successo e qualità come In Treatment (sedute psicanalitiche realistiche, ma fiction), adattamento italiano della versione americana (a sua volta ispirata all’israeliana BeTipul) con protagonista Sergio Castellitto e in onda dallo scorso novembre sui canali Sky. «Non sempre però si ha l’esperienza per scegliere, tra le tante figure, quella in grado di aiutarci davvero. Per questo non è raro intraprendere e portare avanti uno o più percorsi senza risultati apprezzabili»,<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border-width: 2px; outline-color: initial; outline-style: initial;"><img align="right" alt="" height="72" src="http://www.toninocantelmi.it/userfiles/2016-rassegna-stampa/lo%20psicologo%20su%20misura_Pagina_1.jpg" style="background: transparent; border: 2px groove rgb(239, 125, 0); margin: 5px; outline: 0px; padding: 0px;" width="281" /></span> ammonisce Emiliano <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: #f3f3f3; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">Lambiase</span>, psicoterapeuta e coordinatore dell’Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale (itci.it). E quindi, come evitare di perdere tempo e fiducia? Al di là del passaparola, esiste un abc preliminare per orientare la scelta. Oltre ai titoli, bisogna verificare che il professionista sia esperto nei problemi che desideriamo risolvere e competente per affrontare il livello di sofferenza e gravità del disagio. Un’occhiata al curriculum fornisce un’idea, il passaparola la conferma (e viceversa). Fondamentale la sua trasparenza nel modo di porsi. «Dev’essere chiaro, spiegare dettagliatamente il metodo di lavoro, comunicare i tempi, anche se solo indicativi, della terapia, concordare le regole e le condizioni chiedendo la vostra collaborazione. È importante anche essere edotti sull’efficacia delle strategie che intende utilizzare. Esistono prove che l’approccio proposto funzioni? Questa è una domanda da porre senz’altro», consiglia <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: #f3f3f3; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">Lambiase</span>.<br /><br /><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">AFFINITÀ ELETTIVE</strong><br />Il successo del percorso, come dimostrato dalla letteratura scientifica, dipende in buona parte dall’alchimia che nasce tra paziente e terapeuta. Perché la psicoterapia è anche (e soprattutto) una relazione, e come sosteneva Carl Gustav Jung: «L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c’è una qualche reazione, entrambe ne vengono trasformate». Puntualizza <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: #f3f3f3; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">Lambiase</span>: «Se non s’instaura un buon rapporto diminuiscono sensibilmente le possibilità di ottenere benefici, anche se la strategia è perfetta. Il consiglio è di attendere qualche seduta prima di proseguire: è il tempo necessario per capire se ci si sente davvero a proprio agio, non giudicati ma compresi». Come dire: se non percepite alcuna forma di critica da parte del terapeuta, se si pone verso di voi con il giusto distacco professionale (diffidare di chi ha atteggiamenti “amichevoli”), se allo stesso tempo lo sentite accogliente ed empatico, siete probabilmente sulla strada giusta. E se, invece, tutto questo non scatta? «Meglio esprimere le perplessità e concordare un tempo limite entro il quale decidere se proseguire il lavoro insieme o no, pur considerando che i tempi di “guarigione” non sono preventivabili», continua Emiliano <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: #eeeeee; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">Lambiase</span>. Meglio scegliere un professionista di sesso maschile o femminile? Prima di decidere, provate a immaginare se vi sentireste più in sintonia e ben disposti a parlare dei vostri problemi con una donna oppure con un uomo.<br /><br /><strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">A CIASCUNO IL SUO</strong><br />Meno semplice valutare a priori il percorso ideale. «In linea di massima, se si vuole provare a superare una perdita e/o risolvere sintomi emozionali e comportamentali (disturbi d’ansia o depressione, attacchi di panico, alcune fobie) con soluzioni mirate e immediate, senza lavorare più a fondo sulla personalità, funzionano bene le terapie di tipo cognitivo (che forniscono strumenti per reagire in modo differente e più efficace alle situazioni problematiche), comportamentale (che mostrano come pensieri e credenze possano contribuire a creare una visione distorta delle situazioni, scatenando stati d’ansia, depressione, rabbia) oppure cognitivo-comportamentale (elementi di entrambi gli orientamenti). Queste terapie hanno la fama di essere “brevi”, ma i tempi dipendono da molte variabili (la gravità del problema, la motivazione del paziente, lo stabilirsi di una buona relazione terapeutica): in linea di massima il trattamento varia dalle 20 alle 40 sedute (dai 3 ai 12 mesi circa; info: sitcc.it). «Le dipendenze richiedono generalmente percorsi più lunghi, almeno un paio d’anni, e spesso terapie diverse: individuale, di gruppo, di coppia, di famiglia e farmacologica», specifica ancora <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: #eeeeee; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">Lambiase</span>. Un rapporto difficile in famiglia, per esempio tra i genitori e un figlio, richiede una buona valutazione iniziale per capire, oltre all’entità del problema, se è necessaria una terapia individuale per il ragazzo oppure di coppia o familiare, considerato che a volte il nodo non risiede nel figlio ma negli adulti.</div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; outline: 0px; padding: 5px 0px; text-align: justify;">
<strong style="background: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">PRIMA VIRTÙ, LA PAZIENZA</strong><br />Chi desidera approfondire aspetti inconsci, che vanno oltre i sintomi del disagio esistenziale (qualunque sia la sua natura), può affidarsi alla psicoanalisi. Oggi contempla anche percorsi più limitati nel tempo, analoghi a quelli della psicoterapia psicodinamica breve (info: sfpid.it; istdp.it), con incontri meno frequenti e in un arco temporale ridotto (anche “soli” 2-3 anni) rispetto al trattamento psicoanalitico classico, che può durare un decennio o più.<br />Si spera non tanti anni quanto quelli dichiarati da Woody Allen in un dialogo con Diane Keaton in Io e Annie: «Oh, sei in analisi». «Sì da 15 anni». «15 anni?». «Sì, adesso gli do un altro anno di tempo e poi vado a Lourdes». D’altro canto, proprio il tempo, o meglio il non-tempo, è uno dei nodi cruciali in psicoanalisi. Lo ricordava Jacques Lacan, uno dei maggiori psicoanalisti di sempre: non è lecito determinare la durata di una terapia, perché non si può prevedere quale sarà il tempo necessario al paziente. Ed ebbe modo di osservare Sigmund Freud: «In psicoanalisi le cose sono un po’ più complicate di quel che vorremmo. Se fossero semplici, non ci sarebbe forse bisogno della psicoanalisi per portarle alla luce».<br /> </div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; outline: 0px; padding: 5px 0px; text-align: justify;">
<strong style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">IN GRUPPO È MEGLIO? </strong><br />Condividere, interagire, appartenere. Riflettersi negli altri e di conseguenza riconoscersi. Insomma: fare gruppo. Sicuramente un bene prezioso in una cultura e in un’epoca che hanno fatto del distacco una bandiera e dell’individualismo un vessillo. Sarà anche per una probabile esigenza di compensazione che si stanno diffondendo i gruppi, anche di self-help, dedicati ai problemi “tradizionali” (alcol, droga, depressione) ed emergenti (disordini alimentari e dipendenza sessuale). «Condivisione e sostegno tra persone che soffrono per le stesse ragioni sono il punto di forza delle terapie di gruppo, guidate da un professionista: a trarne maggiore beneficio sono i pazienti affetti da difficoltà relazionali e dipendenze. Possono essere utili per gran parte dei disturbi, compresi quelli ossessivi-compulsivi, a patto che si sia raggiunta una sufficiente consapevolezza della propria condizione», sottolinea Emiliano <span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: #f3f3f3; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px;">Lambiase</span>. Anche tutte le perdite (affettive, professionali o altro), soprattutto se improvvise, trovano sollievo in queste psicoterapie. «Il gruppo rompe l’isolamento, garantisce solidarietà ed empatia, restituisce alla persona nuovi legami. Ed è ampiamente dimostrato che quanto più si può fare affidamento su una buona rete di rapporti sociali, tanto più si riesce a fare fronte agli eventi stressanti».</div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: transparent; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border-image-outset: initial; border-image-repeat: initial; border-image-slice: initial; border-image-source: initial; border-image-width: initial; border: 0px; outline: 0px; padding: 5px 0px; text-align: justify;">
Fonte: <a href="http://d.repubblica.it/lifestyle/2016/01/26/news/come_trovare_lo_psicologo_giusto_sofferenza_dell_anima-2934220/" style="background: transparent; border: 0px; color: #ef7d00; font-weight: bold; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none;" target="_blank">d.repubblica.it</a></div>
</div>
Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-78805808122844591412015-11-25T07:38:00.005-08:002015-11-25T07:38:53.366-08:00<br />
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<a href="http://www.psicologidomicilio.it/">www.psicologidomicilio.it</a></div>
<a href="http://www.psicologidomicilio.it/"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Ed ecco attivato...insieme alla Dott.ssa Carmen Costa e al Dott. Massimiliano Marzocca </div>
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"Psicologi a domicilio"</div>
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Il Progetto in collaborazione con l'ITCI- Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale di Roma</div>
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<a href="http://www.psicologidomicilio.it/"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc47ciab_MGkqs78KRVxOsa1m-V3qTWp5wqmaxn2OeDdIPhDYAHsXO7_VmAhds1vNmYDfhhXpCgmUP5oVDsnS33BhfG2UrIG4d-SLXrmMUZA7epjZ56DSlbufP03mUR0-C6pikFqqTlXU/s1600/12279162_454840974704767_8339665393538872814_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhc47ciab_MGkqs78KRVxOsa1m-V3qTWp5wqmaxn2OeDdIPhDYAHsXO7_VmAhds1vNmYDfhhXpCgmUP5oVDsnS33BhfG2UrIG4d-SLXrmMUZA7epjZ56DSlbufP03mUR0-C6pikFqqTlXU/s320/12279162_454840974704767_8339665393538872814_n.jpg" width="320" /></a></div>
<br /><br />
<br />
<br />
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Lo psicologo va incontro al paziente che, per diversi motivi, non può dirigersi allo studio privato...</div>
<div style="text-align: center;">
Il nostro team si muove su tutta Roma </div>
Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-65201143960497806592015-11-20T07:28:00.000-08:002015-11-20T07:29:47.535-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<b>"DOGVILLE"</b></div>
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<br /></div>
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di Lars Von Trier</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/ijrvK0UcQ_k/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/ijrvK0UcQ_k?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<br />
Al di là della eccellente interpretazione degli attori, questo è sicuramente uno di quei film che a mio avviso è da vedere assolutamente. Qualcuno lo potrà ritenere pesante, altri lo descriveranno come surreale...<br />
Io lo consiglio a tutti!<br />
<br />
Verrete guidati dalla voce narrante che parrebbe più l' osservatore di un esperimento sociale. Questa piccola cittadina "Dogville" sembra che esista solo disegnata per terra...come a dar voce alla metafora che in ognuno di noi ci sia una piccola "Dogville" che può ingabbiarci.<br />
Drammaticamente reale, è un panorama sociale che appare isolato, lontano, eppure così vicino a noi a livello sensoriale.<br />
L'evoluzione o l'involuzione della protagonista Grace, (dipende dai punti di vista), ci ricorda qualcosa che si trasforma, si plasma strada facendo. Lei si impone un ideale morale ed etico come per "redimersi" da qualcosa di malvagio che l'ha portata alla fuga.<br />
Si approda così ad un combattimento interiore di Grace che lotta anche contro i "fantasmi" familiari. Parrebbe un percorso verso la propria indipendenza...una messa in discussione di norme genitoriali verso un' autonomia tanto agognata. In fuga da un mondo, da lei considerato indegno si rifugia a "Dogville" che la deve accettare e a cui lei si deve "piegare".<br />
Ed ecco aprirsi in Grace... pian piano, un vortice di emozioni e sentimenti contrastanti ...che la portano inevitabilmente ad esprimere la sua natura. Eccola quindi giungere all'opposto...con il finale che dona potere alla protagonista.<br />
"Dogville" c'è...esisteva davvero.<br />
Una serie di riflessioni potrebbero attivarsi dalla visione di un film...che a mio avviso è ricco di spunti psicologici e sociologici.Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-76599603931570737262015-10-09T07:43:00.000-07:002015-10-09T07:47:21.524-07:00<b>Da un Romanzo del 1962...ecco uno dei film più significativi dal punto di vista psicologico.</b><br />
<b><br /></b>
<b> Il </b><b> valore che spicca è quello della dignità del "sofferente"...</b><br />
<b><br /></b>
<b> quella dignità che combatte per emergere e rinascere </b><br />
<b> </b><br />
<b> da un dolore che non è</b><b> stato riconosciuto </b><b>come tale.</b><br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<h4>
<b><u> QUALCUNO VOLO' SUL NIDO DEL CUCULO</u></b></h4>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/OXrcDonY-B8/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/OXrcDonY-B8?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<br />
<i><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> "Almeno ci ho provato"</span></i>Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-90039083527379394572015-08-13T09:06:00.000-07:002015-08-13T09:06:09.372-07:00Un video sulle coppie "tecnoliquide"...<br />
<br />
Chi di noi riesce a relazionarsi con l'altro senza l'uso della tecnologia?<br />
<br />
T.Cantelmi è stato il primo in Italia a studiare l'effetto della tecnologia sull'uomo...<br />
un uomo che è sempre più immerso in essa con "connessioni" di tutti i tipi e sempre meno "in relazione" con l'<b>Altro</b>...<br />
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<br /></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZYT0CEINn6KZxM_SVYWloeoCg8ZUAH7qHWn_nOLVSMQxv1B-e4nRUUg4i2n5To1OPftP-oTXlNOdQl9QpIKY90TO45RyCEdKlRjl0lPuYo5UJR3KjwD-KTGY1b_Bzp2ywNVF7hcHng0A/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZYT0CEINn6KZxM_SVYWloeoCg8ZUAH7qHWn_nOLVSMQxv1B-e4nRUUg4i2n5To1OPftP-oTXlNOdQl9QpIKY90TO45RyCEdKlRjl0lPuYo5UJR3KjwD-KTGY1b_Bzp2ywNVF7hcHng0A/s400/download.jpg" width="257" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dwpBdamXh-Jj76VpAFudK9hIPf085L9Znp6oU0uJ08a3O09RtUbiDd_Ka1mjwoQJAcY8qf7MpWQ9lFvw2_8CA' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-83716599145447530052015-08-13T08:57:00.002-07:002015-08-13T08:57:24.424-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
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<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">I vissuti emotivi del terapeuta...</span></b></div>
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<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Egli è esente dalla "sofferenza"?</span></b></div>
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<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></b></div>
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<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sfatiamo un mito...</span></b></div>
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<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></b></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dzCKyHqw_ABWIwB2K7RdFtv0ggT-Ssf-pLhabqtRf2CfPGLzMFELvg8QYjJ2QArYNJZkLenD8eC1Pokd2A7yg' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-60713687447841045262015-08-06T09:12:00.000-07:002015-08-06T09:14:31.599-07:00"Io ti salverò" - Alfred Hitchcock<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<h2 style="clear: both; text-align: center;">
Scena tratta da "Io ti salverò"<br />A.Hitchcock</h2>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/NHpMAvy71rA/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/NHpMAvy71rA?feature=player_embedded" width="320"></iframe><br />
<br />
<br />
<br />
<br /><i>"L'uomo sovente si rifiuta di scoprire la verità su se stesso perchè ha paura di soffrire e invece... </i><br />
<i><br /></i>
<i>...cercando di dimenticarsene ne soffre maggiormente"</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
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<i><br /></i>Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-11434996093102917902015-07-28T07:00:00.001-07:002015-07-28T07:00:46.912-07:00Babadook - Trailer ITA - Ufficiale - HD<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/uvv5IFRJ-oE" width="480"></iframe><br /><br />
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Consiglio a tutti gli amanti del genere horror questo film che può essere interpretato secondo chiavi di lettura "particolari". La psicologia di questo film è qualcosa che ci cattura, che ci pone di fronte al nostro "fantasma" più temibile. Quel fantasma con cui dobbiamo fare i conti...quell'oscurità che tentiamo di addomesticare e che talvolta riemerge trascinandoci nel buio. Ecco...a mio avviso questo non è un film sul "buio"...non è <u>solo</u> un film sull'uomo nero. E' un vero trattato di "clinica", descritto con una certa delicatezza... buona visione!!Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-61154616248137750702015-07-22T06:53:00.001-07:002015-07-22T06:53:20.806-07:00Vi presento con enorme piacere il Libro "WEB EDUCATION" di Michela Pensavalli, Maria...<a href="http://pensavallimichela.blogspot.com/2015/07/libro-web-education-cura-del-prof.html?spref=bl">Michela Pensavalli: Libro "WEB EDUCATION" di Michela Pensavalli, Maria...</a>: La d.ssa Michela Pensavalli presenta il libro " WEB EDUCATION " (a cura del Prof. Tonino Cantelmi ) scritto in collaborazione...Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-24946972408774027512015-06-09T06:49:00.000-07:002015-06-09T06:49:03.459-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOr5JQtbO_hn4EmlngGKXHok-iqHhCWf3GteOSXp7kXV_1CES7lzp210OVsCMSGoDFGg8x9JxAwMP2MBL4k9dsp0-0weAcGOwBUL35hzKK1eec8s8AlOFJjZXJz81RGaHF4ni3_Zc9eKs/s1600/volantino.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="635" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOr5JQtbO_hn4EmlngGKXHok-iqHhCWf3GteOSXp7kXV_1CES7lzp210OVsCMSGoDFGg8x9JxAwMP2MBL4k9dsp0-0weAcGOwBUL35hzKK1eec8s8AlOFJjZXJz81RGaHF4ni3_Zc9eKs/s640/volantino.png" width="640" /></a></div>
<br />Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-84382255244825504542015-05-13T05:58:00.001-07:002015-05-13T05:58:02.808-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9JqMfL2tfvNYbpy77NxYeAOYQvT8fvA1q9QK7T_w7d16v1ZgYl8E2jTlhXPRMHP0Idu5xJf2qc9cfjZNL2ZzclrG4R3x3KGYC9k5J4ahazadVuacZNK_wS1p7279T14e16l6yGpSqIos/s1600/logostudio-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"> <img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9JqMfL2tfvNYbpy77NxYeAOYQvT8fvA1q9QK7T_w7d16v1ZgYl8E2jTlhXPRMHP0Idu5xJf2qc9cfjZNL2ZzclrG4R3x3KGYC9k5J4ahazadVuacZNK_wS1p7279T14e16l6yGpSqIos/s640/logostudio-1.jpg"> </a> </div>Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-65832289284583938162015-05-08T02:53:00.001-07:002015-05-08T02:53:02.939-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhng3dPv0wBp0dJaUxKWgf3JMceA4s3ewS0akZOzeDyicrVNrMo8NVIep7eXhZJMBOkzEba34RNJYEKz8HdAcsgQHGOcudumRmp3cQ3LLBMYm5pzM1LfEvoB7u1wNyv7xsqRpAYr1xvHSU/s1600/11205021_1054589307888856_2266684658782914806_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="189" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhng3dPv0wBp0dJaUxKWgf3JMceA4s3ewS0akZOzeDyicrVNrMo8NVIep7eXhZJMBOkzEba34RNJYEKz8HdAcsgQHGOcudumRmp3cQ3LLBMYm5pzM1LfEvoB7u1wNyv7xsqRpAYr1xvHSU/s320/11205021_1054589307888856_2266684658782914806_n.jpg" width="320" /></a></div>
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INAUGURAZIONE DEL MIO NUOVO STUDIO IN ZONA TALENTI - ROMA<br />
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"STUDIOMENTECORPO"Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6278523440859218443.post-1656861931642917812015-05-06T06:44:00.001-07:002015-05-06T06:44:27.520-07:00Consiglio Lettura<a href="http://www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_libro.aspx?ID=20006&Tipo=Libro&strRicercaTesto=&titolo=psicologia+per+la+vita+consacrata++#.VUoaqMivU1w.blogger">Psicologia per la vita consacrata</a>Cristina Congedohttp://www.blogger.com/profile/17228221021597123253noreply@blogger.com